Benvenuto, Ospite
Questo spazio è aperto a tutti i figli spirituali di Padre Gabriele Maria Berardi perché possano liberamente esporvi le proprie esperienze di vita accanto a Padre Gabriele, i propri ricordi o quelli loro trasmessi da genitori, parenti o amici che lo hanno conosciuto e frequentato.
Come pure lettori e partecipanti a questo Forum potranno porre quesiti sulla vita e sulle opere di Padre Gabriele cui si provvederà a rispondere in maniera il più possibile pertinente ed esauriente.
Ma il Forum è anche aperto a quanti dopo la morte di Padre Gabriele, venuti comunque a conoscenza dei suoi carismi e avendone chiesto la preghiera di intercessione, ritengono poi di avere ricevuto dei benefici, così come avviene spesso nel ricordo di quelle anime che hanno lasciato impressa una vasta fama di santità,
Le testimonianze di interventi speciali attribuiti a Padre Gabriele nella salute propria fisica o spirituale, o nelle vicende di lavoro e di rapporti familiari e sociali, saranno eventualmente anche inserite nell’apposita rubrica “Testimonianze” e poste a disposizione della Causa di Canonizzazione, assieme alle moltissime altre che l’Associazione nel corso degli anni ha già raccolto.
Naturalmente nessun intervento pervenuto al Forum privo di mittente o in anonimo sarà preso in considerazione, mentre si può chiedere che l’intervento stesso purché munito di tali requisiti, venga pubblicato con l’indicazione “lettera firmata”.
Ogni intervento inviato al Forum sarà vagliato prima della sua pubblicazione per verificarne l’attinenza e la correttezza.

ARGOMENTO: Lettera firmata

Lettera firmata 8 Anni 3 Mesi fa #8

  • Lettera firmata
Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi da un frequentatore dell’Opera una bella testimonianza trovata su Facebook e pubblicata da un giovane, Luigi Marchicelli residente a Formello (RM). Nell’articolo tale giovane fa anche riferimento alla pubblicazione della testimonianza già avvenuta anni fa sul nostro periodico che precedentemente si chiamava La Via della Carità. Riproduciamo qui di seguito integralmente quanto Luigi Marchicelli ha diffuso.

Formello 26 Agosto 2010
Finalmente ho trovato quello che cercavo da tempo. Posso iniziare il racconto, la testimonianza dell’avvenimento di un Miracolo senza del quale oggi non sarei qui.
E’ strano che il documento che cercavo, un numero della rivista “ La via della carità”, dove vi era pubblicato un articolo nel quale molto sinteticamente è riportato quel che accadde dal 16 giugno 1976 e nei giorni successivi, sia stato da me trovato nel momento in cui non ci pensavo minimamente, ovvero questo pomeriggio, sebbene lo abbia cercato spesso e con calma, in soffitta, dove c’erano gli altri numeri, nei meandri della casa, con impazienza.
Poco fa mentre stavo riordinando l’armadio di famiglia, con la speranza di trovare un album di vecchie fotografie, che mio padre cercava da tempo, riguardante il periodo del suo servizio militare, ho intravisto tra i documenti una fotografia in bianco e nero che ha richiamato il mio sguardo; era Padre Gabriele Maria Berardi, a quel punto ho capito che forse avevo trovato una fotocopia di un numero della rivista, dove ci sarebbe stato quell’articolo del quale avevo sentito parlare e del quale avevo stretta necessità per testimoniare il Miracolo, non perché estraneo ai fatti, ma perché ho troppi ricordi di ciò che mi è stato raccontato, da non trovare lo spunto per iniziare.
Prima di riportare l’articolo, devo precisare che alla prima lettura ho pensato che mancassero molti particolari; ma, non ne sono dispiaciuto, proverò in seguito a farli riemergere, anche perché sono passati circa 34 anni dalla mia nascita, ma mio padre me ne parla spesso, me ne ha parlato da bambino e capisco che per lui allora fu una ferita non da poco, come lo è stato per me, e per una serie di ragioni che mi stanno spingendo verso la scrittura di un libro.
Il giorno 16 Giugno 1976 venne il giorno della mia nascita ma qualche cosa andò storto …

Articolo tratto dal periodico bimestrale “La via della carità” Anno 5 numero 21/22 a pagina 11 Gennaio/Aprile 1990
IERI ..OGGI … TESTIMONIANZE sulla testimonianza di Vittorio Marchicelli.

“Era il 16.06.1976, io e mia moglie stavamo per diventare per la prima volta genitori di un figlio. Tutto si svolse presso l’Ospedale S.Camillo al reparto ostetrica, dove dopo, l’ultima visita di controllo il ginecologo disse che in giornata mia moglie avrebbe partorito.
Tutto sembrava andare per il meglio; accompagnai mia moglie in sala parto cercando di tranquillizzarla perché era molto emozionata. Allora facevo il tassista e quindi le dissi che appena sarebbe giunto il momento mi avrebbe fatto chiamare per radio. Ma poi decisi di rimanere vicino a lei. Ma a mezzanotte mia moglie era ancora in sala parto. Tutto il pomeriggio era stato un susseguirsi di donne che partorivano, e mia moglie invece niente. L’ostetrica del turno di notte mi mandò via dicendo che prima di un giorno o due mia moglie non avrebbe partorito: l’utero era ancora come uno spillo d’ago – diceva – mentre il nostro ginecologo aveva dichiarato prima del ricovero un’apertura di tre o quattro centimetri. Andai a casa, ma nella notte mi chiamarono dall’ospedale dicendomi che Paola era in sala operatoria per il parto cesareo; quando arrivai mi dissero che era nato un maschietto e che tutto e che tutto andava bene, ma quando chiesi di vederlo confessarono che Luigi era al reparto neonati gravi … mi recai dal primario Prof. Gavani, che presente anche la dott.ssa Cristina Rosselli del Turco mi disse: “ Purtroppo caro Machicelli suo figlio è grave, ha un’emorragia cerebrale ed anche le convulsioni alle braccia e alle gambe: i bambini sono come i fiori, oggi appassiscono ma domani possono essere ancora più belli; ma per Luigi il caso è grave”. Chiesi di vederlo per l’ultima volta, mi accontentarono facendomelo vedere da dietro un vetro; era nell’incubatrice con l’ago in testa e con gambe e braccia che tremavano. Che tristezza!
Nel pomeriggio tornando a casa incontrai un’amico. Bernardo Ranalli, la cui madre Giuseppina dopo aver saputo di quanto accaduto mi disse: “Perché non vai da Padre Gabriele ai Sette Santi Fondatori o da Padre Gino a San Vittorino Romano ?”. Non fu per scegliere la via più corta, ma forse perché ero stato battezzato lì. Il mattino seguente andai da Padre Gabriele. La Chiesa era gremita di gente che in silenzio attendeva presso l’altare.
Ero in ansia e mi domandavo: “che succederà adesso ?”. Certo la fede era poca, ma Luigi era lì con i minuti contati, giunse anche il mio turno e la porta della sacrestia si aprì, un prete bonariamente disse ad una signora : “ Vai figlia ti aiuterò”, io entrai a mia volta in quel metro quadrato di celletta; il Padre mi disse: “Figlio che c’è ?”. Io gli raccontai tutto in breve. “Portami qualcosa che tuo figlio ha indosso” disse il Padre, e io gli risposi che a parte la garzina che copriva l’ombellico il *** era nudo; ma il padre aggiunse: “Allora portami un indumento nuovo, io te lo benedirò e poi fallo avere subito a tuo figlio nell’incubatrice”. Gli domandai ancora se c’erano speranze ed il padre rispose: “Vai figlio, t’aiuterò e stai tranquillo e tutto si sistemerà”.
La domenica mattina, vincendone l’ostinata resistenza, infatti diceva: “Credi ancora a queste cose”, mi feci dare da mia cognata un vestitino che portai a Padre Gabriele. Quando mi vide il Padre riconoscendomi si soffermò a lungo con me pronunciando, per benedire delle parole a bassa voce, poi disse: “Vai e portala a tuo figlio, sbrigati e vedrai che tutto andrà bene”.
Così feci e giunto in ospedale affidai la vestina di Luigi ad una suora che mi disse: “Conosco Padre Gabriele, vado subito da tuo figlio e gliela metto sotto la testa”. … anche mia moglie cominciò a capire che qualche cosa non andava …
Nei giorni che seguirono andavo spesso da Padre Gabriele … le sue parole mi tranquillizzavano, con un po’ d’acqua benedetta e la fraterna benedizione: “T’aiuterò vai e stai tranquillo” …
Dopo circa un mese Luigi pur essendo ancora ricoverato era ormai fuori pericolo e dopo alcuni giorni ancora, ci permisero di portarlo a casa ormai guarito.
Appena completamente ristabilito lo facemmo battezzare da Padre Gabriele, di cui mi rimane impressa la semplicità e la tranquillità. Da allora sono spesso ricorso a lui prima che dal dottore per tutti i miei malanni: quando seppi della sua morte un dolore maggiore di quello provato per la malattia di mio figlio, ma (e qui sta la forza di Padre Gabriele) dopo circa tre anni dalla sua morte ebbi modo di conoscere l’Associazione… Padre Gabriele, tu che stai nell’alto dei celi, proteggici tutti fino alla nostra morte.
Vittorio Marchicelli - Roma

Le riflessioni di un miracolato
Prefazione
Scrivo questo libro senza averne titolo, non sono uno scrittore, non sono un cronista, ma sono un miracolato.
Padre Gabriele Maria Berardi, purtroppo, ancora non è beato, mi domando il perché, non tanto per il mio caso, ma per i tanti casi di Miracoli che sono avvenuti grazie alle sue Preghiere; non a caso è stato soprannominato il Padre Pio di Roma. I casi sono tanti, forse più di cinquanta.
Il Miracolo c’è stato, lo dico da credente, io ci credo, la scienza non ha fornito spiegazioni diverse. Il primario del Reparto Neonati gravi del San Camillo ha usato questa parola, e come rispondeva Gesù alle affermazioni che gli si facevano? “Tu lo hai detto”.
In questo momento non ho la certezza che l’opera sarà portata a termine, tentar non nuoce, è una delle mille sfide che accetto, spero di potermi avvalere del contributo di alcune persone che conoscono la mia storia, o che l’hanno vissuta. E magari dei medici che allora con dedizione mi hanno voluto tanto bene:
Mio Padre, La Dott.ssa Cristina Rosselli del Turco, che diverrà la mia Pediatra, e Bernardo Ranalli, il mio Padrino di Battesimo.
Luigi Marchicelli – Formello (Roma)
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